ABSTRACT. Pubblici in cammino
Coordinatrice: Arianna Scarnecchia
ariannascarnecchia@gmail.com
Tre diversi Cammini in Italia, e diversi approcci da parte dei pubblici.
La Regina viarum, l’Appia Antica, da poco riconosciuta dall’Unesco, percorsa nei secoli da viaggiatori diretti in Oriente, oggetto del più antico fenomeno turistico conosciuto, il Gran Tour settecentesco, e nel Novecento consacrata dall’opera di Antonio Cederna e della prima associazione italiana di tutela del patrimonio culturale e ambientale, Italia Nostra.
L’itinerario di pellegrinaggio verso Roma per eccellenza, la via Francigena, in un racconto per un audio-documentario, che diventa una testimonianza del percorso interno di chi si mette in cammino.
Infine un cammino nato per volontà popolare, nella coscienza che la Storia può essere valorizzata e conosciuta ripercorrendo gli itinerari del lavoro e delle comunità testimoni: il Cammino di santa Barbara in Sardegna.
I bombardamenti alleati sulla Sicilia nella seconda guerra mondiale attraverso i diari e le fonti orali dei nonni e dei bisnonni.
ABSTRACT. Progetto di Public History avviato nelle scuole secondarie di primo e secondo grado della provincia di Ragusa e di Catania per approfondire la tematica degli effetti dei bombardamenti alleati sulle popolazioni civili dell’isola dal giugno 1940 all’agosto del 1943. Il progetto mira a rendere consapevoli gli studenti della discrasia tra la storiografia sulla seconda guerra mondiale, che almeno fino ai primi anni del XXI secolo ha sostanzialmente trascurato il tema dei bombardamenti alleati sull’Italia, e i racconti dei propri nonni e bisnonni (che allora erano bambini) sul periodo precedente lo sbarco degli Alleati sull’isola.
Il recupero delle memorie familiari e dei tanti diari di gente comune sull’esperienza degli allarmi antiaereo, i bombardamenti e le vicende precedenti e successive allo sbarco contribuisce a una maggiore comprensione della “grande storia” attraverso quella vissuta dai propri familiari a distanza di poche generazioni.
The Allied bombings of Sicily in the Second World War through grandparents and great-grandparents’ diaries and oral sources.
It is a Public History project launched in lower and upper secondary schools in the provinces of Ragusa and Catania to explore the topic of the effects of Allied bombing on the civilian populations of the island from june 1940 to august 1943. The project aims to make students aware of the discrepancy between the historiography of the Second World War, which at least until the early years of the 21st century substantially neglected the theme of the Allied bombings against Italy, and the stories narrated by their grandparents and great-grandparents (who were then children) about the period preceding the Allied landing on the island.
The recovery of family memories and the many diaries of ordinary people on the experience of the air raid warnings, the bombings and the events before and after the landing contributes to a greater understanding of the "great history" through that experienced by their family members after a few generations.
mini bio: Giancarlo Poidomani è Professore associato di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Universitá di Catania. Si è occupato dei processi di State e di Nation Building, di Grande guerra, di storia delle Università, di immaginario storico nelle serie tv. Attualmente sta studiando i bombardamenti alleati sulla Sicilia (gpoidoma@unict.it)
Mappare la public history in Italia: dagli archivi all'analisi con l'intelligenza artificiale.
ABSTRACT. Il presente progetto prende le mosse dalla Mappa della public history realizzata da AIPH nel 2021 (https://aiph.hypotheses.org/9649), con l’intento di aggiornarla, ampliarla e analizzare il database così realizzato con il supporto dell’Intelligenza Artificiale. I dati sono riferiti all’anno accademico 2023-2024, visto che la maggioranza delle attività sono svolte dalle università all’interno dei corsi di studio e nei dottorati. La georeferenziazione permette di osservare la continuità territoriale con il passato ma con un aumento numerico significativo.
Poiché le fonti anagrafiche nazionali forniscono dati accorpati con un livello di granularità non adeguato alle nostre esigenze, la ricerca è stata compiuta attraverso motori di ricerca e indicizzazioni non ministeriali. Sono state previste sei categorie di indagine:
1) singoli insegnamenti all’interno di corsi di studio triennali o magistrali;
2) corsi di studio che prevedono un curriculum dedicato alla public history;
3) master che presentano nella titolazione e/o nella presentazione un esplicito riferimento alla public history;
4) dottorati di ricerca (selezionati con lo stesso criterio dei corsi di studio);
5) centri, laboratori e iniziative territoriali con un approccio di public history.
6) rievocazioni storiche, festival (e iniziative similari) che si svolgono con continuità.
La mappa così realizzata è visibile all’indirizzo: https://www.google.com/maps/d/u/0/edit?mid=1SUXSYcq8ALU3B6nPYKYBpp9XpvG0vmQ&usp=sharing.
L’implementazione del database e il suo ampliamento verrà continuato attraverso un modulo online per la raccolta delle informazioni (https://forms.gle/NrnTdjyRaSiNnutM9).
Per l’analisi dei contenuti è stata realizzata una versione di prova con un Large Language Model addestrato sui dati della mappa, in sede locale, non consultabile in Internet, ma presentabile durante la conferenza. Futuri sviluppi potrebbero consentire l’implementazione di un chatbot online, utilizzando un modello di LLM open source (cfr. Llama 3.3 70B Instruct, https://llamaimodel.com/3-70b).
L’intelligenza Artificiale consente di interrogare le fonti su vari aspetti, con un notevole dettaglio delle informazioni e una soddisfacente congruenza delle risposte. Prendendo come riferimento alcune caratteristiche del progetto Open Syllabus (https://www.opensyllabus.org), l’attenzione è stata posta sulle attività accademiche di cui possono essere analizzate, ad esempio, le metodologie di insegnamento, gli obiettivi didattici, i risultati attesi, i libri di testo obbligatori e consigliati.
La relazione si conclude con alcune riflessioni sui syllabi italiani e statunitensi.
Memorie familiari migranti (MEFAM): un laboratorio per promuovere l'educazione ai media e l'analisi critica delle fonti
ABSTRACT. Il progetto Memorie Familiari Migranti (MEFAM) si inserisce nell’ambito della Public History, configurandosi come un’esperienza didattica innovativa promossa durante l’anno accademico 2023-2024. Sviluppato in collaborazione con le scuole secondarie di primo e secondo grado e coordinato dall’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE), il progetto si è posto come obiettivo primario quello di valorizzare il patrimonio culturale attraverso un approccio partecipativo e laboratoriale.
Il percorso ha portato alla creazione di un archivio digitale che raccoglie video e podcast realizzati dalle classi coinvolte. Tali materiali documentano storie migratorie vissute dagli studenti stessi o dalle loro famiglie, confluendo sia nell’apposita piattaforma digitale realizzata, sia nel fondo migrazioni dell’Archivio Ligure della Scrittura Popolare (ALSP), contribuendo ad arricchirne il già significativo patrimonio culturale archivistico. La creazione di questo archivio ha richiesto un lavoro articolato, che ha visto gli studenti impegnati in attività di ricerca e di raccolta delle fonti che hanno permesso l’accrescimento di competenze di analisi critica e di comunicazione.
MEFAM si è distinto per l’utilizzo del patrimonio culturale come strumento educativo, dimostrando come la storia delle migrazioni – presenti e passate – possa essere insegnata in modo innovativo attraverso la centralità delle fonti. In tal modo, il progetto ha ampliato gli orizzonti disciplinari, stimolando negli studenti interesse e curiosità verso tematiche storiche e sociali spesso marginalizzate. Le storie raccolte, oltre a rappresentare un prezioso contributo per la memoria collettiva, hanno fornito un contesto concreto per riflettere sui fenomeni migratori e sulle loro implicazioni culturali e sociali.
Dal punto di vista metodologico, l’esperienza ha evidenziato il valore formativo ed educativo della Public History nel contesto scolastico. Essa non solo ha facilitato l’apprendimento attraverso un approccio esperienziale, ma ha anche dato la possibilità agli studenti di costruire una memoria condivisa, rafforzando al tempo stesso il senso di cittadinanza. La dimensione partecipativa del progetto ha permesso agli studenti di confrontarsi con le problematiche relative all’uso consapevole dei media digitali, sviluppando competenze trasversali come la capacità di collaborare in gruppo, la sensibilità interculturale e l’attenzione al valore delle storie personali della gente comune.
Family archives as new sources of history? The colonial case / Gli archivi familiari come nuove fonti di storia? Il caso coloniale
ABSTRACT. Negli ultimi decenni gli archivi familiari e i fondi privati sembrano avere trovato una collocazione a pieno diritto fra le fonti storiche. Si tratta di una tendenza internazionale come dimostra la “Grande Collecte” lanciata in Francia nel 2013 per chiedere alle famiglie fotografie, lettere, diari o altri documenti in loro possesso relativi all’esperienza della Prima Guerra Mondiale. Addirittura la Library of Congress insegna agli utenti statunitensi come conservare i documenti familiari compresi quelli digitali, definiti “a vital link to the past”.
In questo quadro il nostro contributo vuole analizzare potenzialità e problemi degli archivi familiari nello studio del colonialismo italiano attraverso l’esperienza modenese del Centro Documentazione Memorie Coloniali-CDMC, un archivio “inventato” e interattivo di raccolta di tracce storiche private legate alla conquista coloniale.
Il CDMC nasce nel 2010 per iniziativa dell'associazione di volontariato Modena per gli Altri – MOXA che sostiene progetti di cooperazione internazionale in Etiopia ed ha quindi avuto un inevitabile confronto con il nostro passato coloniale. Sono nate così, grazie al coordinamento scientifico del prof. Paolo Bertella Farnetti, varie iniziative che hanno portato al progetto in itinere Returning and sharing memories (RSM) esteso a tutte le occupazioni coloniali italiane. Il progetto prevede la raccolta di documentazione proveniente da archivi familiari e la restituzione, in formato digitale. Grazie ad appelli pubblici e varie iniziative si è formata una ricca e variegata raccolta di materiale documentale: oltre 16000 fotografie, lettere e diari; tutto liberamente consultabile nel sito MEMORIE COLONIALI.org
L’esperienza modenese è stata modello di riferimento per altre analoghe iniziative come quella di Ivrea, nata dall’associazione di volontariato Il Sogno di Tsige che assieme all’Archivio Audiovisivo Canavesano ha raccolto un ingente materiale fotografico sulla partecipazione degli italiani all’avventura coloniale abissina, materiale poi donato all’Istoreto di Torino.
L'Università di Cagliari ha finanziato il progetto di ricerca triennale (2014-2017) Sardegna d’Oltremare per studiare l’esperienza dei sardi nelle colonie italiane. Le immagini raccolte nell'ambito di questo progetto sono visibili nel sito del CDMC. Mario Bolognari dell’Università di Messina ha studiato e raccolto ne Lo scrigno africano le memorie fotografiche della guerra d’Etiopia conservate dalle famiglie dei discendenti dei colonizzatori.
Gli archivi familiari costituiscono un tesoro soprattutto fotografico, ancora in gran parte da emergere, con possibilità di fare rete con iniziative analoghe, in grado di rappresentare un’enorme e significativa memoria visuale privata del colonialismo, da contrapporre, per esempio, alle 10000 fotografie “ufficiali” dell’Istituto Luce.
In recent decades, family archives and private collections seem to have found a rightful place among historical sources. This is an international trend, as demonstrated by the "Grande Collecte" launched in France in 2013, asking families to contribute photographs, letters, diaries, or other documents in their possession related to the experience of World War I. Even the Library of Congress teaches American users how to preserve family documents, including digital ones, defined as "a vital link to the past."
In this context, our contribution aims to analyze the potential and problems of family archives in studying Italian colonialism through the experience of the Modena-based Centro Documentazione Memorie Coloniali (CDMC), an "invented" interactive archive collecting private historical traces related to colonial conquest.
The CDMC was founded in 2010 by the Modena per gli altri (Modena for the Others) volunteer association (MOXA), which supports international cooperation projects in Ethiopia and has consequently had an inevitable confrontation with our colonial past. Thus, thanks to the scientific coordination of Professor Paolo Bertella Farnetti, various initiatives led to the ongoing project "Returning and sharing memories" (RSM), extended to all Italian colonial occupations. The project involves collecting documentation from family archives and returning it in digital format. Through public appeals and various initiatives, a rich and varied collection of documentary material has been formed: over 16,000 photographs, letters, and diaries, all freely accessible on the CDMC website MEMORIE COLONIALI.org.
The Modena experience has been a model for other similar initiatives, such as the one in Ivrea, started by the volunteer association Il Sogno di Tsige (Tsige’s Dream), which, together with the Canavesan Audiovisual Archive, collected a vast amount of photographic material on the participation of Italians in the Abyssinian colonial adventure, later donated to the Istoreto of Turin.
The University of Cagliari funded the three-year research project (2014-2017) Sardegna d’oltremare (Overseas Sardinia) to study the experience of Sardinians in the Italian colonies. The images collected within this project are visible on the CDMC website. Mario Bolognari from the University of Messina studied and collected in Il Tesoro Africano (The African Treasure), the photographic memories of the Ethiopian war preserved by the families of the descendants of the colonizers.
Family archives constitute a treasure trove, primarily photographic, still largely untapped, with the potential to network with similar initiatives, capable of representing an enormous and significant private visual memory of colonialism, to be contrasted, for example, with the 10,000 "official" photographs of the Istituto Luce.
ABSTRACT. VERSIONE ITALIANA. Cos’è la storia digitale? La storia digitale è un affare riservato agli storici o implica una riflessione transdisciplinare, aperta e condivisa con altri professionisti delle scienze umanistiche, documentarie e informatiche? La storia digitale può giocare un ruolo nella definizione di processi partecipati di costruzione di conoscenza del passato? Quali sono le criticità derivanti da un approccio digitale alla storia? Adottando quali metodi e approcci è possibile fare una storia digitale di qualità? Sono queste le principali questioni che verranno affrontate dal tavolo di discussione che qui si presenta, con attenzione specifica ai metodi e alle ricadute epistemologiche derivanti dai modi e dai tempi del loro utilizzo.
VERSIONE INGLESE. What is digital history? Is digital history a matter exclusively for historians, or does it entail a transdisciplinary, open and collaborative reflection involving other professionals from the humanities and computer sciences? Can digital history play a role in defining participatory processes for constructing knowledge of the past? What are the challenges of a digital approach to history? What methods and approaches can ensure the production of high quality digital history? These are the main questions that this panel will address, with a particular focus on methods and the epistemological implications of how and when they are applied.
Costruire insieme la Voce della Memoria. Biblioteche e archivi ecclesiastici come Scatole del Tempo offerte alla comunitàCostruire insieme la Voce della Memoria. Biblioteche e archivi ecclesiastici come Scatole del Tempo offerte alla comunità
ABSTRACT. Religious institutes, which have always been creators and custodians of Archives, Libraries and Museums, are promoters of actions and communication strategies aimed at enhancing the innovative use of their collections. They propose, in ways that are often differentiated according to the community of reference, the re-construction of their own Memory, experimenting from time to time new ways of disseminating history, which often have a didactic character to support the educational needs of the local community and surrounding territories.
This is made possible thanks to their recognition of the value of the Memory they cherish. Thus rediscovering the potential of a cultural heritage that, if used wisely, becomes a resource for sustainable development and quality of life in a constantly evolving society.
This panel will present four different actions characterised by the will of each religious institute to make its historical documentary heritage known through experimentation, creation and public use of archives (including invented and participatory archives) and libraries.
Convinced of the need to involve each individual in the ongoing process of defining and managing the cultural heritage they have transmitted, these activities are shared on BeWeb (Ecclesiastical Heritage on the Web). The BeWeB portal is made available to ecclesiastical cultural institutions by the Cultural Heritage Office of the Italian Bishops' Conference.
For this reason, the Study Centre of the Institute of the Barnabite Fathers has organised reading groups aimed at 5 different targets, and educational paths to promote the knowledge of the precious historical-archaeological fonds they preserve, activating workshops and activities to explore their fonds. All these activities are facilitated and promoted by the Study Centre, which, as every year, continues to be a collaborating body, supporter and patron of the Festival Dantesco, which since 2010 has been promoting the encounter between the performing arts and Dante's work through theatre and film productions, exhibitions, meetings, competitions, social columns, artistic residencies and book presentations.
The Lasallian Library, which this year commemorates the 300th anniversary of the Bull of Approbation, 120 years since the canonisation of St. Jean Baptiste de La Salle and 75 years since the proclamation of the patron saint of teachers, has broadened its target audience to an even younger audience, taking advantage of the opportunity to be a Nati per Leggere presidium. More specifically, by proposing an AIB project of which the Italian Public History Association is a partner: "Mamma Lingua, stories for everyone, no one excluded", it is realising, together with educators and teachers, innovative paths of rediscovery of Lasallian history aimed at the youngest.
The 80th anniversary of the bombing that devastated the city of Subiaco between May and June 1944, at the height of the Second World War wartime events, has offered the Office for Ecclesiastical Cultural Heritage of the Territorial Abbey of Subiaco a precious opportunity to return to reflect on the drama of the war that, so relevant in the present time, only a few decades ago also saw their territory as a scenario. On this occasion, the Archive of Memory project was born, which is a project organised by the Historical Archive of the Territorial Abbey of Subiaco, in collaboration with the Subiaco Community, aimed at collecting testimonies and memories (through photographs, documents, artefacts and stories) of those who faced the tragic moments linked to the Second World War or heard them from the voices of those who experienced them first hand.
General Archives MSC, on the other hand, has created a digital archive that represents a legacy for future generations, and for those who wish to learn more about Mother Cabrini's charism, through video recordings of the precious missionary lives of her daughters.
The project (formerly of oral history, now of life stories) includes testimonies of Sisters and lay people, whose videos have been screened on several occasions, such as during the Last General Chapter of 2022.
These activities proper to Public History were promoted within a new project of the CEI's Office for Ecclesiastical Cultural Heritage, which, following a request for creation by some participants at the last AIPH 2024 conference, promoted a working table on Educating Communities that would involve Libraries, Archives and Church Museums in projects for cultural promotion and encouragement of Public History practices.
The panels proposed on this occasion represent the first fruits of this new project.
Donne per la pace: movimenti, protagoniste e azioni
ABSTRACT. Il panel intende fare il punto su alcuni movimenti e alcune protagoniste che uniscono la battaglia per i diritti delle donne con l’impegno per la pace. Storicamente documentato (intervento di Maria Antonella Fusco) dall’inizio del Novecento con la premio Nobel Bertha von Suttner e le successive Nobel per la Pace, il legame si ritrova nell’attuale movimento iraniano e transnazionale Donna, Vita, Libertà (intervento di Parisa Nazari). È stato tenuto vivo, nei decenni scorsi, dai movimenti femministi (intervento di Lucia Miodini) e con le forme originali di lotta delle artiste russe Pussy Riot e delle attiviste sudamericane de la Ruta pacifica de las mujeres (intervento di Valeria Palumbo). Il panel è dedicato a Pippa Bacca, artista e attivista, uccisa nel 2008 durante la performance Sposa in Viaggio, con la quale si proponeva di attraversare in autostop 11 Paesi vittime di conflitti attivi vestendo un abito da sposa, per promuovere la pace e la fiducia nel prossimo.
Oltre i confini del passato: Innovazione e interazione nell'era degli archivi digitali
ABSTRACT. Storici e archivisti si trovano oggi a confrontarsi con un processo trasformativo, quello digitale, che, coinvolgendo direttamente le fonti, ha ricadute profonde nelle loro discipline. Le fonti sono la base empirica del lavoro dello storico, unico elemento per quanto non isomorfo, che garantisce un contatto diretto con il passato. L’archivistica, da canto suo, studia e definisce i principi e le tecniche di gestione, conservazione, descrizione e valorizzazione delle fonti all’interno degli archivi.
In che modo la digitalizzazione di fonti e archivi può e deve essere osservata dalla Public e dalla Digital History? Attraverso un approccio multidisciplinare, che integra Storia, Archivistica e Digital Humanities, osserveremo come si stanno trasformando fonti e archivi. Nel panel verranno condivise prospettive teoriche e applicative che tentano di restituire l'eterogeneità di metodi e strumenti necessari per comprendere e affrontare le sfide del contemporaneo.
Da una prospettiva critica, verranno affrontati i temi della gestione e dell’accessibilità delle fonti attraverso la rete. Lorenzo Pezzica esplorerà gli archivi inventati, partecipativi e vivi come strumenti di innovazione, mantenendo l'attenzione sulla necessità della conservazione a lungo termine. Manfredi Scanagatta analizzerà le possibilità offerte dalla telepistemica, una visione che trasforma il modo in cui interagiamo con le fonti storiche, promuovendo un'esperienza utente che supera la tradizionale divulgazione per diventare un'esplorazione partecipativa. Salvatore Spina rifletterà sul ruolo critico dell'Intelligenza Artificiale nei processi di analisi delle fonti digitali, e delle possibilità delle IA nella creazione di una interpretazione storiografica, evidenziando la relazione tra interdisciplinarità e gestione di Big Data. Francesca Tomasi, pur sottolineando l'importanza della tradizione archivistica, ci guiderà verso una visione prismatica dell'archivio digitale, proponendo nuove lenti di osservazione e nuovi parametri di validazione, e sottolineando la necessità di una fruizione dell’archivio che sia consapevole, guidata, affidabile e partecipativa.
Beyond the Boundaries of the Past: Innovation and Interaction in the Era of Digital Archives
Historians and archivists today face a transformative process, the digital one, which, by directly involving the sources, has profound repercussions on their disciplines. The sources are the empirical basis of the historian's work, the only element, although not isomorphic, that guarantees direct contact with the past. Archival science, for its part, studies and defines the principles and techniques for managing, preserving, describing, and enhancing the sources within the archives.
How should the digitalization of sources and archives be observed by Public and Digital History? Through a multidisciplinary approach that integrates History, Archival Science, and Digital Humanities, we will observe how sources and archives are transforming. The panel will share theoretical and practical perspectives that attempt to reflect the heterogeneity of methods and tools necessary to understand and address contemporary challenges.
From a critical perspective, issues of source management and accessibility through the network will be addressed. Lorenzo Pezzica will explore invented, participatory, and living archives as tools of innovation, maintaining a focus on the need for long-term conservation. Manfredi Scanagatta will analyze the possibilities offered by telepistemology, a vision that transforms the way we interact with historical sources, promoting a user experience that goes beyond traditional dissemination to become a participatory exploration. Salvatore Spina will reflect on the critical role of Artificial Intelligence in the processes of analysis, of digital sources, and the possibilities of AI in creating a historiographical interpretation, highlighting the relationship between interdisciplinarity and Big Data management. Francesca Tomasi, while emphasizing the importance of archival tradition, will guide us towards a prismatic view of the digital archive, proposing new lenses of observation and new validation parameters, and emphasizing the need for an archive usage that is conscious, guided, reliable, and participative.
Caccia al tesoro: percorsi nel territorio alla riscoperta della storia
ABSTRACT. Il rapporto fra storia e territorio è stato spesso interpretato negli ultimi anni anche grazie alla progettazione e alla realizzazione di cammini storici, passeggiate, visite a luoghi d’interesse, in cui coinvolgere pubblici diversi. Quando il pubblico è connotato dall’appartenenza a una determinata comunità, entrano in gioco forme di partecipazione che stimolano la presa di coscienza della storia attraverso la costruzione di nessi tra luoghi ed eventi, e attivano percorsi di ricerca delle radici culturali legate al territorio, e alle istituzioni che in esso insistono, anche attingendo a fonti non tradizionali e producendo nuova ricerca.
Il panel esplora questi fenomeni attraverso le esperienze di associazioni e istituti culturali che nel corso degli anni hanno realizzato progetti itineranti di riscoperta del contesto urbano o regionale, discutendo il delicato rapporto tra storia e memoria.
Il Comitato provinciale ANPI di Pesaro, con la Biblioteca Archivio di storia contemporanea “Vittorio Bobbato”, ha individuato quattro percorsi urbani, illustrati da una cartina storica della città, per far rivivere a cittadini e studenti gli avvenimenti tra le due guerre mondiali e fino alla Liberazione nei luoghi in cui si svolsero e nelle tracce urbane che li testimoniano.
Tra Lazio e Lombardia, sempre in contesti per lo più urbani, si collocano iniziative itineranti dell’Associazione italiana biblioteche per la promozione della conoscenza della storia dei luoghi e degli istituti culturali che vi sono disseminati, rinsaldando il senso di comunità.
Uscire dalla città, invece, significa incontrare e riscoprire comunità diverse con le loro tradizioni e ‘storie’; un’occasione può essere il recupero di un cammino storico religioso, che diventa oggetto di interventi pedagogici e di progettualità condivisa tra istituzioni e associazioni, alla riscoperta non solo turistica del territorio. L’esperienza “In Cammino sulla Via Matildica del Volto Santo” si presta ad affiancare al racconto delle iniziative un conclusivo inquadramento dei possibili modi di lavorare con le comunità, anche intese come ‘archivi’ di narrazioni storiche da tramandare.
Collegare la Classe di Storia e il Museo: L'uso delle Thinking Routines di Project Zero per Approfondire i Passati Controversi
ABSTRACT. Il ruolo dei musei di storia come luoghi di apprendimento è ampiamente riconosciuto, ma la loro integrazione nell'educazione formale rimane frammentata. Sebbene la ricerca nell'educazione museale abbia enfatizzato le esperienze dei visitatori e l'impegno con le storie difficili (Rose 2016), poca attenzione è stata data alle pratiche didattiche che collegano l'apprendimento in classe e nei musei (Geerts, Depaepe, Van Nieuwenhuyse 2024). Questa proposta esplora come le thinking routines di Project Zero, un insieme di strategie pedagogiche sviluppate presso l'Università di Harvard per favorire un pensiero profondo, possano essere utilizzate per facilitare l'interazione degli studenti con gli oggetti museali legati a un passato controverso, in particolare nel contesto della storia coloniale.
Le iniziative di public history hanno cercato sempre più di coinvolgere il pubblico nell'interpretazione delle storie controverse, spesso attraverso mostre e programmi educativi. Tuttavia, il potenziale didattico degli oggetti museali rimane sottoutilizzato nell'istruzione secondaria. La mia ricerca affronta questa lacuna implementando uno studio di ricerca-azione esplorativa in una classe di storia dell'International Baccalaureate. Durante un intervento di otto settimane, gli studenti analizzeranno oggetti museali legati alla storia coloniale francese o belga attraverso le thinking routines. Queste routine incoraggiano gli studenti a osservare, dedurre e contestualizzare gli artefatti storici, promuovendo una comprensione più profonda di come la cultura materiale possa essere utilizzata per affrontare narrazioni storiche complesse.
Questo studio si basa sulla pedagogia basata sugli oggetti, che enfatizza le dimensioni affettive e cognitive dell'apprendimento attraverso il contatto diretto con gli artefatti storici (Andre, Durksen, Volman 2017). L'integrazione delle thinking routines permette agli studenti di sviluppare competenze nella ricerca storica, nella valutazione delle fonti e nella riflessione critica, abilità essenziali tanto nell'educazione storica quanto nella public history. La ricerca indagherà tre questioni fondamentali: in che misura le thinking routines di Project Zero possono supportare gli studenti nell'analisi degli oggetti storici, come queste routine influenzano la capacità degli studenti di fare inferenze sulle storie controverse e in che modo esse modellano la comprensione storica più ampia degli studenti.
Dal punto di vista metodologico, lo studio utilizza strumenti di ricerca qualitativa, incluse osservazioni in classe, portfolio degli studenti e interviste con il metodo del “pensiero ad alta voce”, largamente usato nella ricerca educativa per analizzare atteggiamenti e competenze sviluppate dagli studenti (Reinhart et al. 2022). I risultati contribuiranno al dibattito sull'educazione storica e sulla public history, offrendo spunti su come approcci pedagogici collaborativi possano migliorare l'interazione degli studenti con le collezioni museali. Attraverso una strategia dialogica nell'analisi degli oggetti storici, il progetto si allinea agli obiettivi della public history: rendere la storia accessibile, partecipativa e significativa oltre i confini della classe.
Bibliografia
Andre, L., Durksen, T., Volman, M. L., "Museums as Avenues of Learning for Children: A Decade of Research", in Learning Environments Research, vol. 20, 2017, pp. 47–76.
Geerts, B., Depaepe, F., Van Nieuwenhuyse, K., "Instructing Students in History Museums: A Systematic Literature Review", in Historical Encounters, vol. 11, n. 1, 2024, pp. 180-202.
Rose, J., Interpreting Difficult History at Museums and Historic Sites, Rowman & Littlefield, Lanham, 2016.
Vartianen, E., Principles for Design-Oriented Pedagogy for Learning from and with Museum Objects, University of Eastern Finland, Joensuu, 2014.
Author's bio note
Stefania Gargioni holds a PGCE in History (University of Cambridge) and a MRes (University of Oxford). Stefania has been teaching in international schools (Czech Republic, France, Belgium) where she has taught the IB and the Cambridge International curricula. She is currently the High School Pedagogical Coordinator at Lycée International Ellipse, Paris. While teaching, she became a PhD in History Education at the University of Augsburg (supervisor Prof Susanne Popp).
Pratiche di Public History in un museo sovranazionale: didattica laboratoriale, pubblici e memorie digitali nella Casa della storia europea di Bruxelles
ABSTRACT. Il presente contributo si propone di analizzare la dimensione partecipativa della Casa della storia europea, museo di storia sovranazionale inaugurato nel 2017 dal Parlamento europeo nel Quartiere Léopold di Bruxelles, sede della maggioranza delle istituzioni europee. Il museo verrà preso in considerazione non come un semplice spazio espositivo, ma in quanto contesto dinamico all’interno del quale gli oggetti esposti concorrono alla costruzione di una narrazione interattiva in grado di
coinvolgere attivamente pubblici diversi. Particolare attenzione verrà dedicata all’analisi delmateriale didattico prodotto direttamente dal museo per vari segmenti della popolazione, tra cui gruppi di alunni accompagnati da insegnanti, famiglie e studenti universitari. Si osserveranno nello specifico alcuni strumenti pensati per stimolare i visitatori ad intraprendere in autonomia un cammino personale attraverso l’esposizione permanente, interrogandone documenti e oggetti sulla base di una
serie di domande guida. La Casa della storia europea si configura in quest’ottica come uno spazio ricco di potenzialità educative, adatto alla sperimentazione di percorsi di educazione storica e di cittadinanza attiva. Essendo l’oggetto della narrazione la dimensione storica europea, non quella nazionale, il museo risulta particolarmente utile per sviluppare una riflessione su concetti complessi
come quelli di identità europea, di storia comune e di memoria condivisa. Attraverso la collaborazione con scuole, associazioni di insegnanti, organizzazioni giovanili e fondazioni, la struttura museale si propone di “connettere le persone con la storia”, servendosi di un’équipe di esperti nell’ambito dell’apprendimento e della sensibilizzazione alle tematiche storiche. Questo approccio laboratoriale
riflette quel processo di “metamorfosi del museale” - il passaggio da uno spazio contenitore di oggetti esposti passivamente ad un luogo interattivo ed esperienziale - che si realizza attraverso l’uso di una pedagogia partecipativa attenta alla soggettività dei visitatori, che possono essere coinvolti sul piano
sia emozionale che ludico. Verrà infine illustrata un’interessante appendice digitale del museo, un progetto di scrittura multimediale collaborativa che consente la produzione collettiva di una storia europea attraverso l’inserimento di storie e memorie individuali all’interno di un’apposita piattaforma online.
Syracuse and the consequences of industrialization. A digital journey in its collective memory.
ABSTRACT. The city of Syracuse and its province underwent a tumultuous process of industrialization and urbanization during the post second world war period, also driven by the economic boom of the 1960s. This resulted in an increase in incomes and consumption, improved living conditions for the population and the achievement of full employment (Morello, 1962). Stages of this process were the establishment (around the 1950s) of industries such as the Rasiom and Sincat in the area (Nucifora, 2017). This industrial development has generated both environmental and social consequences (with the migration of the population from the countryside to the cities) (Adorno, 2009). This refers in particular to the petrochemical pole in the area of Priolo Gargallo, Melilli and Augusta (in the province of Syracuse). This can also be traced to both the oral and documentary memory of the local population.
My research project addresses the study of this process of transformation of the social, territorial and environmental context, through the design of a georeferenced digital archive or museum of historical memory (in written, oral, photographic and cinematographic form) of the city of Syracuse and the industrialization of the territory of the province. This research is carried out following the guidelines and methods of Public History (Cauvin, 2016) and in compliance with the objectives of the Faro Convention. It’s also aimed at collecting and systematise written and oral testimonies of the industrial history of Syracuse starting from a documentary nucleus, kept in a business archive. An important aspect of the research, in fact, it’s constituted by the order of the private archive of the agricultural company Viridaria "Cantine Pupillo" of Syracuse (with documents dating back to the 19th century). They will be one of the first historical sources to be digitised. It will also be associated with the work of collection and analysis of the historical documents just mentioned. The digital infrastructure (aimed at this purpose) will be built on the Wordpress platform, which can be integrated with automatic processing functionalities based on artificial intelligence. In addition to the launch of the platform just described, there is a prospect for the expansion of the historical sources basin involving other public entities (such as the State Archive, schools, etc.) and private stakeholders (Noiret, 2015).
QUANTE VOLTE PENSI ALL'IMPERO ROMANO: L’IMPATTO DELL’IMPERO ROMANO SULLA CULTURA POP
ABSTRACT. L’Impero Romano è una delle compagini statali al centro della costruzione dell’immaginario sugli Imperi, soprattutto nel Bacino del Mediterraneo. I Romani hanno fortemente ispirato l’arte e la politica in Occidente nei secoli successivi alla fine della loro civiltà. Carlo Magno, gli Ottoni, gli Zar, l’Impero Prussiano, Napoleone: tutti in qualche modo hanno utilizzato la romanità per costruire la loro mitologia del potere. Questo intervento vuole esplorare l’impatto dell’Impero Romano sulla cultura pop e le sue conseguenze nella percezione che il grande pubblico ha della storia romana e dell’uso politico che ne è stato fatto, nel tentativo di proporre uno sguardo sul futuro. L’analisi partirà da un breve excursus storico dell’uso pubblico dell’immaginario su Roma per concentrarsi poi sul romanzo storico e, in particolare, su titoli che trattino dell’Impero Romano e dell’ideologia che vi era alla base, analizzando i singoli titoli nel contesto in cui sono stati scritti, dagli Anni Cinquanta del Novecento a oggi. Per fare solo alcuni esempi Barabba (Pär Fabian Lagerkvist 1950), Memorie di Adriano (Marguerite Yourcenar 1951) Giuliano (Gore Vidal, 1964), Augustus (John Williams, 1972), per giungere ai più recenti come la trilogia di Robert Harris su Cicerone (2009-2015) o la serie su Vespasiano di Robert Fabbri (2011-2019). Scopo dell’indagine è verificare come è cambiato il modo di lavorare sull'immaginario su Roma (nelle varie fasi) nel romanzo storico e su come Roma è percepita nell'immaginario odierno.
"Sti kardia-mu panta sena vastò . Il Cammino della Taranta: Ritmi, Tradizioni e Lingua nella storia viva della terra d'Otranto
ABSTRACT. "Sti kardia-mu panta sena vastò" – "Nel mio cuore ti tengo sempre": un verso che richiama l’essenza della terra d’Otranto, in cui musica, tradizioni e lingua si intrecciano in una narrazione viva e condivisa. Questo panel propone un’esplorazione del Cammino della Taranta come viaggio tra i ritmi ipnotici della pizzica, i riti legati al tarantismo e i profondi legami con la memoria collettiva, le identità locali e la lingua grika.
Attraverso l’approccio della public history, in questo lavoro, si riflette su come il patrimonio culturale immateriale possa essere valorizzato e reso accessibile, trasformando il passato in uno strumento di dialogo e partecipazione contemporanea. Studi interdisciplinari, testimonianze e performance culturali consentono di analizzare il ruolo della musica come rito, cura e resistenza identitaria, mettendo in luce il valore delle comunità nella narrazione delle proprie tradizioni.
La Taranta, la lingua grika o alcune tradizioni ancestrali come le macàre non vengono presentati solo come elementi culturale da preservare, ma come un linguaggio vivo e dinamico, capace di raccontare la storia di un Mediterraneo in trasformazione e di rafforzare il legame tra passato e presente.
Il convegno partecipato: come la PH può innovare la comunicazione scientifica
ABSTRACT. La Public History si configura come un ponte tra il mondo accademico e le comunità, promuovendo un dialogo che va oltre la mera divulgazione. Più che uno strumento per comunicare il passato essa appare come un'opportunità per coinvolgere attivamente le comunità nella costruzione di memorie collettive. Questo panel, tenendo in considerazione il concetto di "shared authority” suggerito da Thomas Cauvin nel 2016, si propone di esplorare come la Public History possa innovare la comunicazione scientifica attraverso un approccio partecipativo. Posto che, le istituzioni dedite alla ricerca sono sempre più chiamate a rispondere alle esigenze delle comunità, si ritiene necessario interrogarsi sul come e con quali effetti queste ultime possano partecipare attivamente alla comunicazione scientifica. Inoltre, il richiamo al concetto di recherche-action può tornare utile nell’ideazione di progetti di Public History che non solo informano, ma anche coinvolgono le comunità nella ricerca stessa. Partendo da questi presupposti, le tre relazioni, che si articolano nella proposta del panel, offrono prospettive diverse su esperienze concrete, presentando casi studio in cui la Public History può offerire un terreno fertile per sperimentare nuovi modelli comunicativi. In particolare, le domande perseguite dagli interventi saranno: quali sono le modalità attraverso cui le comunità e gli enti di riferimento possono essere coinvolti nella comunicazione scientifica? Quali nuovi modelli emergono da queste dinamiche partecipative? E infine, come la Public History può contribuire a una divulgazione più inclusiva e accessibile della ricerca nei settori accademico-istituzionali? Il fine ultimo sarà quello di stimolare una riflessione critica sul ruolo della Public History nella comunicazione scientifica, invitando i partecipanti a considerare come le esperienze condivise possano arricchire il dibattito e promuovere una ricerca più aperta, inclusiva e partecipativa.
ll tabacco nel Salento: un patrimonio da riscoprire e valorizzare
ABSTRACT. Dal Settecento agli anni Settanta del Novecento, il tabacco ha profondamente segnato la vita sociale, economica e culturale del Salento. La coltivazione e la lavorazione del tabacco hanno rappresentato una fonte di sostentamento per intere famiglie, offrendo al contempo opportunità di emancipazione femminile grazie al lavoro delle tabacchine.
Nonostante il suo impatto significativo, questa storia rischia oggi di essere dimenticata. A rischio è la conservazione delle "carte", ovvero i documenti e le testimonianze scritte legate al mondo del tabacco.
Per colmare questa lacuna e valorizzare la memoria storica legata alla coltivazione del tabacco, il progetto "La Cultura del Tabacco" si propone di creare un Archivio digitale partecipativo. L'obiettivo è quello di raccogliere e digitalizzare documenti, fotografie e testimonianze orali, favorendo una "democratizzazione della storia" e offrendo a chiunque possieda materiale la possibilità di condividerlo attraverso una piattaforma online.
English abstract
From the Eighteenth century to the Seventies of the twentieth century, tobacco profoundly marked the social, economic and cultural life of Salento. The cultivation and processing of tobacco have represented a source of livelihood for entire families, while offering opportunities for female emancipation thanks to the work of tobacconists.
Despite its significant impact, this history risks being forgotten today. At risk is the conservation of the "papers", i.e. the documents and written testimonies linked to the world of tobacco.
To fill this gap and enhance the historical memory linked to tobacco cultivation, the "La Cultura del Tobacco" project aims to create a participatory digital archive. The objective is to collect and digitize documents, photographs and oral testimonies, promoting a "democratization of history" and offering anyone who owns material the opportunity to share it through an online platform.
ABSTRACT. La questione della distruzione dei monumenti è stato oggetto negli ultimi anni del dibattito pubblico. Se alla fine del secolo scorso l’abbattimento delle statue ha riguardato soprattutto i contesti totalitari (dalle Repubbliche della ex Unione Sovietica al regime dittatoriale di Saddam Hussein in Iraq) negli ultimi anni a partire dal movimento Black Lives Matter c’è stata una protesta sempre più significativa specie negli Stati Uniti che ha coinvolto soprattutto i contesti nei quali le statue risultavano essere una chiara espressione del dominio coloniale. La riflessione su questo tema è stata intensa ed ha riguardato soprattutto la distruzione delle statue mentre più in ombra è rimasto il tema del mantenimento di alcune di esse anche laddove ci si sarebbe aspettati il contrario. Questo panel cerca di coniugare le due prospettive indagando non solo quanto è stato distrutto ma anche quanto è rimasto in piedi. I contesti presi in esame sono molto diversi per cronologia e ambito geografico. Il Guerriero a cavallo (Skopje), un’imponente statua che richiama Alessandro Magno, ha generato tensioni tra Macedonia del Nord e Grecia, a dimostrazione di come i monumenti possano essere interpretati e utilizzati come strumenti di legittimazione politica e costruzione identitaria. Il monumento as bandeiras (São Paulo), eretto nel 1954 per celebrare i bandeirantes, figure storiche associate all’esplorazione e alla violenza contro le popolazioni indigene è stato oggetto di crescenti contestazioni, a rappresentare il conflitto tra la narrazione ufficiale e le richieste di giustizia sociale. Nei contesti ex coloniali, il ruolo dei santi missionari nella memoria pubblica evidenzia il complesso rapporto tra religione, colonialismo e memoria storica. Figure come Junípero Serra in California, accusato di aver favorito la violenza coloniale, sono state oggetto di rimozioni, mentre altre, come Pedro Claver in Colombia, continuano a essere celebrate. Negli Stati Uniti, il dibattito sui monumenti contesi si manifesta nella figura di George A. Custer. Celebrato per il suo ruolo nella Guerra Civile ma criticato per le sue azioni contro le popolazioni native, il “generale” è al centro di una memoria storica polarizzata. Attraverso questi casi di studio, il panel esaminerà le dinamiche della memoria pubblica e la difficile gestione dei monumenti contestati. La questione non riguarda solo il passato, ma anche il modo in cui scegliamo di rappresentarlo nel presente.
In cammino nei parchi letterari di Aliano e Galtellì: nuovi itinerari tra memoria, letteratura e storie di comunità
ABSTRACT. L’intervento intende presentare, dal punto di vista delle pratiche della Public History, alcuni tra gli obiettivi chiave del progetto di valorizzazione di due parchi letterari italiani, quello di Carlo Levi ad Aliano (MT) e di Grazia Deledda a Galtellì (NU). Tale progetto rientra nei casi core di ricerca dello Spoke 4, all’interno del partenariato esteso CHANGES (https://www.fondazionechanges.org/), che si occupa di studiare l’impatto delle tecnologie digitali sulla valorizzazione del patrimonio tangibile e intangibile.
Il parco di Galtellì celebra il rapporto di Grazia Deledda con il paesino sardo, dove la scrittrice ha ambientato il romanzo Canne al vento (1913), nonché diversi racconti dedicati alle tradizioni locali (Marrocco 2017). Il parco di Aliano rende omaggio al pittore, scrittore e medico Carlo Levi, che tra il 1935 e il 1936 fu confinato dal regime fascista ad Aliano, esperienza da cui nacque l’opera Cristo si è fermato a Eboli (1945), un'opera letteraria e antropologica che ha trasformato Aliano in un simbolo di resistenza contro il fascismo e la marginalizzazione dell'Italia meridionale (Uccella 2008).
I due parchi, istituiti insieme ad altri grazie all’iniziativa di Stanislao Nievo (1928-2006), sono entrati successivamente nella rete dell’associazione Parchi Letterari®, che ne incentiva le attività di promozione e valorizzazione. Nell'ambito del progetto CHANGES, l'obiettivo è quello di valorizzare le connessioni tra patrimonio letterario, paesaggistico e storico-culturale dei parchi attraverso l’utilizzo di nuove forme di storytelling digitale (Bonacini 2020), in modo da renderli accessibili a un pubblico più ampio e favorirne la riscoperta.
L’intervento si concentrerà, in particolare, sugli elementi storico-culturali dei due parchi letterari, selezionati a partire dalla lettura delle due opere di riferimento e poi combinati insieme ad altri elementi, come quelli letterari o etnografici, nella costruzione di nuovi itinerari e percorsi narrativi, urbani ed extraurbani, come la valle del Cedrino nel caso di Galtellì e il parco dei calanchi per Aliano. I percorsi sono organizzati in tappe tematiche lungo alcuni punti di interesse più significativi e pensati per attrarre i visitatori e invitarli a muoversi in cammino alla scoperta dei luoghi, tramite soluzioni digitali molteplici e diversificate (Noiret et al. 2022): non solo foto e video, ma anche mappe geolocalizzate, ricostruzioni virtuali, esplorazioni del paesaggio in realtà aumentata, modelli 3D di oggetti e ambienti, serious games, video-interviste alla comunità e tanto altro.
Self-narration for (r)existence. An Argentine counterhegemonic female genealogy.
ABSTRACT. This contribution aims to draw the attention of the European public to the political controversies of the Argentine national memory on the last civil-military-ecclesiastical dictatorship (1976-1983) and the feminist resistances. Not only it will offer an intergenerational reflection on the protagonists-victims of state terrorism, but it also intends to emphasize the importance of the oral testimonies (but not only) of the surviving women, who found the courage to testify, years later.
Within a gender perspective reinterpretation, through a feminist autoethnography, this analysis seeks to deconstruct the Official History (always told by men), focusing the attention on the multiple violence towards militant women in Argentine. The intention is to give them back their voices and spaces, to contribute to the historical (re)construction of the recent Argentine past, providing some transcriptions and translations of oral interviews of the protagonists who have experienced and suffered differently the horrors of the regime, while being militant women (but not only).
Therefore, this article aims to sensitize the reader to the urgent human need for a female counterhegemonic genealogy, which is necessary to react consciously against the risks occuring under the government of Javier Milei. The discourse pronounced by the Argentinian President in the last World Economic Forum, serves as a terrifying global alert about the potential elimination of femicide from the penal code, the denial of the right to abortion and the freedom of gender identities, achieved so far with so much effort by feminist movements. The goal is to spread European consciousness, in order to make people comprehend how women rights are in danger, now more than ever.
Furthermore, a contrastive analysis will be presented from historical-literary lens of two volumes (counter-archive) written by former prisoner-desaparecidas which were translated into Italian, respectively Nosotras, presas políticas (2006) and Impresas políticas (2023). The latter, is an unpublished collective translation project and inter-university collaboration between the University of Bologna (Forlì Campus) and the Universidad de Rosario (Argentina). It will be presented for the first time outside the academic context for the National Conference on Public History, as an example of transnational commitment to women’s memory, within the cause of Memoria, Verdad y Justicia, and for the recognition of the necessity of women’s history.
Le Gentlewomen dello streaming. Come le serie ambientate tra Ottocento e primo Novecento stanno cambiando la narrazione della storia delle donne
ABSTRACT. La relazione intende esaminare alcune serie storiche o in costume internazionali in streaming di particolare successo che testimoniano l’evoluzione o addirittura la rinarrazione della storia e della condizione femminile, in particolare tra Ottocento e Novecento, e gli effetti che questo fenomeno ha sul pubblico e che dovrebbe forse avere anche nell’insegnamento della storia nei vari livelli d’istruzione. In particolare, se in alcune serie si registra uno spostamento o un riequilibrio del focus della narrazione, non più uomo-centrica, i programmi scolastici (e universitari) rimangono molto legati a una narrazione per viene presentata come “universale”, ma parte ancora da un’ottica strettamente maschile. Per affrontare il tema verranno, in particolare, prese in esame le recenti serie: Gentleman Jack- nessuna mi ha mai detto di no, 2019-2024 (produzione Lookout Point TV, in Italia mandata in onda su Sky); La legge di Lidia Poët (2023-2024, produzione Groenlandia, su Netflix), Bridgerton (2020-in produzione, produzione ShondaLand; Netflix), Sanditon (2019-2023, produzione Red Planet Pictures, Independent Television, Masterpiece Theatre, su Sky). Verrà poi esaminata l’evoluzione di Downtown Abbey. E il caso de La ragazza e l’ufficiale, serie o dizi turca, di grande successo per approfondire come l’evoluzione nella narrazione stia avvenendo anche nel secondo maggiore mercato di produzione di serie tv, quello turco, sia pure in modo diverso da quello anglosassone. Un ultimo parallelo verrà fatto con la serie televisiva del 1995, Orgoglio e pregiudizio, per analizzare come mai siano stati i romanzi di Jane Austen o i soggetti a lei ispirati a fornire la base, in tutto il mondo, per la rinarrazione televisiva e cinematografica della condizione femminile.
Building Inclusive Communities: Gender Narratives and Other Identities / Costruire comunità inclusive. Narrazioni di genere e altre identità
ABSTRACT. The aim is to present the national research project active at the University of Florence entitled "Narrazioni di genere e altre identità": an action-research in the field of diversity & inclusion based on narration and self-narration (public or private), through oral testimonies, unpublished and published writings, as well as any other form of individual or community historical narration. "Diversity" is here understood as an element made of non-oppositional varieties that do not create distance, but that account for different points of view, ideas, stories, affiliations and that transports to a public common space , meeting and public critical debate. The action of collecting the narratives is elaborated through the podcast tool built starting from a direct co-project with those who are part of communities that today face prejudices and stereotypes. The project also collects the multiple words of the "diversities" identified through the composition of a heterogeneous and informal group that can give life to a public space through historical narration, to develop concrete training and educational tools, where narrating together means laying the pedagogical-educational roots to rework collective memories and plural societies. All the tools developed are finally used to promote training meetings in schools, associations, interested groups and for teacher training.
S'intende presentare il progetto nazionale attivo presso l'Università di Firenze intitolato "Narrazioni di genere e altre identità": una ricerca-azione nell’ambito della diversity & inclusion basata sulla narrazione e auto-narrazione (pubblica o privata), attraverso testimonianze orali, scritti inediti ed editi, oltre ad ogni altra forma di narrazione storica individuale o comunitaria. La "diversità" fatta di varietà non oppositive che non creano distanza, ma che rendono conto di diversi punti di vista, idee, storie, appartenenze e trasportano in uno spazio comune di confronto, d’incontro e di dibattito critico pubblico, tramite lo strumento di podcast. Raccogliere le molteplici parole delle “diversità”, per elaborare concreti strumenti formativi ed educativi, dove narrare insieme significhi porre le radici pedagogiche-educative per rielaborare memorie collettive e società plurali.